Incarichi di tenuta scritture contabili e Principio di inerenza Fatture Cartacee e Fatture Elettroniche Obbligatorie

Autore: Giuliano Ravasio FATTURAZIONE ELETTRONICA Creato: 19 Dicembre 2018

E’ abbastanza frequente che piccoli imprenditori, e professionisti utilizzino la propria partita iva per fare acquisti di beni di consumo presso centri di distribuzione all’ingrosso che non dispongono di licenza per la vendita al dettaglio e cedono i beni a prezzi che il consumatore finale trova convenienti perché significativamente inferiori rispetto a quelli offerti al pubblico dai distributori al dettaglio.

Molto spesso si tratta di acquisti di generi alimentari, di abbigliamento ed altri beni destinati ad uso personale e come tali difficilmente individuabili come beni inerenti l’attività economica dell’acquirente. Se effettivamente detti acquisti sono realizzati per beni destinati ad uso personale e non aziendale, si tratta di un esecrabile malcostume che comporta rischi per l’imprenditore che mette in difficoltà chi si deve occupare della registrazione contabile delle fatture d’acquisto.

Vigente il sistema di fatturazione cartacea, in presenza delle predette abitudini di comportamento i contribuenti agivano prevalentemente secondo uno dei due seguenti modi:

  1. con registrazione della fattura  d’acquisto non inerente senza recupero iva, e contestuale indeducibilità del costo ai fini delle imposte sul reddito;
  2. con esclusione della fattura dal processo contabile della attività aziendale, e mantenimento della fattura nella sfera privata dell’imprenditore anche se emessa dal cedente con evidenza della partita iva del cessionario.

Per quanto riguarda le possibilità di individuazione della fattispecie da parte dei controlli erariali:

  1. nel primo caso la fattispecie poteva emergere solo in fase di accertamento presso il cessionario;
  2. mentre nel secondo caso un accurato esame incrociato degli elenchi clienti/fornitori poteva essere occasione di rilevazione della anomalia.

E’ evidente che il comportamento sopra descritto, è da ritenersi illecito. Tuttavia è altrettanto evidente che le basse probabilità di individuazione della fattispecie irregolare, potevano indurre persone propense all’evasione fiscale a ritenere assumibile il rischio, poiché la lentezza dei processi amministrativi e la complessità dei controlli, rendevano particolarmente basso il rischio di accertamento.

Dal 1 gennaio 2019 con l’avvento della fatturazione elettronica l’Agenzia delle Entrate disporrà in tempo reale di tutte le fatture elettroniche emesse e ricevute.  Per l’Agenzia delle Entrate, che oggi ha  strumenti elettronici e di algoritmi in grado di trattare velocemente grandi quantità di dati, sarà quindi abbastanza agevole fare il riscontro dei flussi di fatturazione attivi e passivi che emergono da un unico documento che per il cedente è flusso attivo e per il cessionario è flusso passivo. L’Agenzia delle Entrate, inoltre disponendo dell’intero contenuto della fattura e non solo dei dati rilevanti per le liquidazioni iva, non avrà difficoltà nel rilevare informazioni che riguardano l’inerenza della fattura rispetto alla attività esercitata dal contribuente.

In conclusione è opportuno che chi si occupa di registrazioni contabili, sia in proprio sia per conto di terzi si renda parte attiva al fine di scoraggiare i piccoli imprenditori, dall’acquistare beni ad uso personale con utilizzo della propria partita iva, ovunque sia ed in particolare presso centri di vendita all’ingrosso che non dispongono di licenza per la vendita al dettaglio.

E’ necessario ricordare ai detti operatori che il sopra descritto comportamento è illecito ed anche convincerli che è antieconomico in quanto, vigente il sistema di fatturazione elettronica i rischi di individuazione da parte dell’erario sono ora molto più elevati di quanto poteva essere fino al 31 dicembre 2018.

E se proprio non se ne potrà fare a meno, al momento dell’acquisto converrà farsi emettere due fatture distinte di cui la prima contenente beni inerenti l’attività aziendale. L’atra, registrata con IVA indetraibile e costo indeducibile, sarà ben riscontrabile da parte degli eventuali organi di verifica a dimostrazione della buona volontà di non eludere alcunché.

E’ vero che la fattura elettronica obbligatoria non risolve tutti i casi di evasione fiscale, ma è anche vero che quello sopra esposto, come vari altri casi che in futuro ci riserviamo di segnalare sono destinati a ridursi drasticamente per effetto dei vantaggi che la fattura elettronica obbligatoria per tutti comporta soprattutto per effetto della immediatezza dei flussi  di informazioni che possono esser processati.

 

Udine, 19 dicembre 2018
Giuliano Ravasio
Dottore Commercialista Esperto Contabile
Fondatore e Referente territoriale di PROdigitale



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